Wir leben in einer Zeit, wo die Schnelligkeit, Flexibilität und Anpassungsfähigkeit in unserer Gesellschaft immer mehr an Bedeutung zugenommen haben. Dem Fortschritt der modernen Welt sind scheinbar keine Grenzen gesetzt. Da passiert es schnell, dass sich der Mensch im „Lärm des täglichen Wandels“ verliert. Ziellos und ohne einen Hoffnungsschimmer wandern wir durch die Zeit, auf der Suche nach einer konkreten Zukunft. „Ach, jetzt ist schon wieder Ostern…“

Die aktuelle Pandemie lehrt uns, dass die Zeit der „sozialen Kontakte“ mit Menschen, die uns wirklich etwas bedeuten, eines unsere größten Schätze ist. Jeder hegt die „Hoffnung“, die Stille und Einsamkeit in diesen Tagen des „Lockdowns“ zu durchbrechen und ohne Angst für seine Gesundheit (oder die des Gegenübers), anderen Menschen zu begegnen. Die „oberflächliche Hoffnung“ auf schönes Wetter oder darauf, das neuste Handymodell in unseren Händen zu halten, ist für uns nicht mehr so interessant. Wir suchen nach etwas Tieferem; etwas, das unser Herz wirklich mit Freude füllt!

„Er ist nicht hier!“ (Lukas 24:6). Nach der Kreuzigung und Bestattung von Jesus waren seine Jünger niedergeschlagen; ohne „Hoffnung“. Jesus, ihr Meister und Freund, war nicht mehr unter ihnen. Die Frauen wollen ihrem toten Meister ehren und begeben sich mit Kräutern (wie es für die Salbung des Leichnams Brauch war) zum Grab. Es ist kein männlicher Jünger mit ihnen dabei, um den schweren Stein vor dem Grab wegzuschieben. Der Engel verkündete den Frauen die wichtigste Nachricht für die ganze Menschheit: Er ist nicht hier. Jesus ist auferstanden! Er lebt!

Der erste Schrecken weichte, nachdem sie sich wieder an die Worte Jesu erinnerten und es entstand eine „lebendige Hoffnung“ in ihren Herzen. Diese Hoffnung füllte sie mit immenser Freude! Das hebräische Wort für Hoffnung (Tikva) hat seinen Wortstamm in einem anderen Wort, dessen Bedeutung „Seil“ ist. Mit der Auferstehung von Jesus reicht uns Gott ein Seil, ein Seil der Hoffnung, an dem wir uns festhalten können. Jesus hat für uns die schlimmste aller Proben, den Tod, auf sich genommen, um uns durch seine Auferstehung eine Hoffnung für unsere Zukunft zu geben.

Er kennt jeden Schmerz, jedes Leid, jede Verzweiflung, damit Er dich bei der Hand nehmen kann, in deinen schwierigen Momenten. Der Apostel Paulus ist das beste Beispiel: Aufgrund seines Glaubens an Jesus musste er viele schwierige Aufgaben bewältigen und nichtdestotrotz schrieb er Briefe aus den Gefängnissen in Cesarea und Rom, um uns heute noch mit seinen Worten zu ermutigen.

Selbst wenn du vor dem Aufstieg eines schwierigen Berges in deinem Leben stehst, Geröll dir den Weg versperrt, ein kräftiger Wind bläst oder der Nebel deine Sicht einschränkt, sei beruhigt: Gott hält das Seil! Leg deinen Sicherheitsgurt an, nimm das Seil und hake dich ein, denn die lebendige Hoffnung (Jesus Gegenwart) wird deine feste Verankerung sein (Hebr 6:19)!

Lesetipp: „Gelobt sei Gott, der Vater unseres Herrn Jesus Christus, der uns nach seiner großen Barmherzigkeit wiedergeboren hat zu einer lebendigen Hoffnung durch die Auferstehung Jesu Christi von den Toten… (1. Petrus 1:3).“

Verankere das Seil der Hoffnung Jesu in deinem Herzen und beschreite mit IHM deine Zukunft!


Pasqua: la corda della speranza

Viviamo in un’epoca in cui la velocità, la flessibilità e l’adattabilità sono diventate sempre più importanti nella nostra società. Non sembrano esserci limiti al progresso del mondo moderno. Succede presto che le persone si perdano nel „rumore del cambiamento quotidiano“. Senza meta e senza un briciolo di speranza, vagabondiamo alla ricerca di un futuro concreto. „Oh, ora è già di nuovo Pasqua …“

L’attuale pandemia ci insegna che il tempo del „contatto sociale“ con persone che significano davvero qualcosa per noi, è uno dei nostri più grandi tesori. Ognuno ha la „speranza“ di rompere il silenzio e la solitudine in questi giorni di „lockdown“ e di incontrare altre persone senza timore per la propria salute (o quella dell’altro). La „speranza superficiale“ del bel tempo o di tenere in mano l’ultimo modello di cellulare non ci interessa più. Stiamo cercando qualcosa di più profondo; qualcosa che riempie davvero i nostri cuori di gioia!

“Non è qui!” – Luca 24: 6. Dopo che Gesù fu crocifisso e sepolto, i suoi discepoli furono abbattuti; senza “speranza“. Gesù, il loro maestro e amico, non era più con loro. Le donne vogliono onorare il loro maestro morto e vanno alla tomba con delle erbe (come era usanza per ungere il cadavere). Non c’è nessun discepolo maschio con loro per rimuovere la pietra pesante dall`entrata dalla tomba. L’angelo annuncia alle donne il messaggio più importante per tutta l’umanità: non è qui. Gesù è risorto! Lui vive!

Il primo spavento svanisce dopo che le donne si ricordarono delle parole di Gesù e una „speranza viva“ sorse nei loro cuori. Questa speranza le riempì di immensa gioia! La parola ebraica per speranza (Tikva) ha la sua radice in un’altra parola, che significa „corda“. Con la risurrezione di Gesù, Dio ci dà una corda, una corda di speranza a cui aggrapparci. Gesù ha affrontato la peggiore di tutte le prove per noi, la morte, per darci speranza per il nostro futuro attraverso la sua risurrezione.

Lui conosce ogni dolore, ogni sofferenza, ogni disperazione affinché possa prenderti per mano nei tuoi momenti difficili. L’apostolo Paolo è il miglior esempio: per la sua fede in Gesù ha dovuto affrontare molti momenti difficili e tuttavia ha scritto lettere dalle carceri di Cesarea e Roma per incoraggiarci con le sue parole ancora oggi.

Anche se ti trovi di fronte alla scalata di una montagna difficile nella tua vita, le macerie ti bloccano la strada, un forte vento soffia o la nebbia ti impedisce la vista, stai tranquillo: Dio tiene la corda! Allaccia l’imbragatura di sicurezza, prendi la corda e agganciati, perché la speranza vivente (la presenza di Gesù) sarà la tua salda ancora (Eb 6:19)!

Suggerimento per la lettura: „Sia lode a Dio, il Padre del nostro Signore Gesù Cristo, che, secondo la sua grande misericordia, ci ha rinati a una speranza vivente attraverso la risurrezione di Gesù Cristo dai morti … (1 Pietro 1: 3)“.

Fissa la corda della speranza di Gesù nel tuo cuore e cammina nel tuo futuro con LUI!


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